Mi fermo in autogrill per un caffè al volo... Un autogrill piccolino di quelli con il bagno all’esterno, semivuoto.
Appena apro la porta la signora dietro la cassa mi saluta subito con voce un po’ troppo alta.
Sorpresa le rispondo alzando lo sguardo dagli oggetti che tenevo in mano.
Mi dice "prego! “
E io a fatica le chiedo un caffè deca.
Il cervello per un attimo mi è arrivato sui piedi. In un lampo i miei organi interni si sono spiaccicati tra loro in un abbraccio doloroso.
La signora tanto cortese ha un occhio nero. In realtà non è solo nero, è di molti colori, nero, bluastro, gialloscuro, violaceo. E ha anche un altro ematoma sotto lo zigomo, verso il naso.
Gentilissima mi risponde che prepara subito il caffè.
In quell'autogrill siamo solo in 3 clienti. Oltre a me, due uomini stanno al bancone a mangiare un panino. Conversano di lavoro cercando di grufolare educatamente.
Ho una bruttissima sensazione mentre la signora appoggia il mio caffè sul bancone. Poi si gira e si infila in una porta dalla quale esce una collega. Si scambiano qualche frase su un panino dimenticato poco fa e poi scompare.
La mia sensazione non si sbaglia, ne sono sicura. Quella donna sta vivendo un incubo. Un incubo dal quale non riesce a uscire. Perché il principe marcio che la tiene prigioniera riesce ancora a trovare delle rose con un po' di profumo per lei. E il profumo di quelle rose le fanno ancora sperare che lui davvero cambi, che lui davvero non voglia più farle male...
Sorella... Lui non cambierà. L' amore che dice di provare per te non è mai esistito.
Non si distrugge la persona che si ama. (Non si distruggono le persone in generale!)
Le sue parole sono tutte bugie. Tenute in piedi con l'arroganza di chi prova piacere a controllarti e a vedere che ti contorci dal dolore di fronte all'indifferenza e alla crudeltà che lui ti mostra così spesso...
Prima di tornare, come un cucciolo bastonato, a piangere lacrime di coccodrillo.
Non ti fidare.
Ti accusa di pensare che lui è un mostro. Ti accusa di qualsiasi cosa.
Si chiama proiezione.
Lui È DAVVERO un mostro. E sa benissimo di esserlo.
Ma da fuori finge... Recita... È un attore nato. Si finge buono e generoso, sensibile, attento e magari anche intellettuale e malinconico.
Perché così le persone attorno a te potranno credere a lui quando dirà che stai passando un periodo difficile e lui, poverino, deve sostenerti e sopportare i tuoi alti e bassi, perché ti ama tanto.
E non crederanno a te, con i capelli scarmigliati, senza forze, mentre ti scappa una lacrima di fronte alla corsia degli yogurt al supermercato... Vedranno una donna distrutta, prosciugata. E penseranno "eh già... Sta passando un periodo difficile".
E non si rendono conto che è lui che ti sta spremendo, ti sta calpestando anima e cuore sotto le scarpe. Credono a lui. Anche quando vedono il tuo occhio nero.
Credono a lui che dice che te lo sei fatto scivolando su un mobile.
Ci credono come dei polli. Ma non sono polli.
È lui che è un abilissimo manipolatore. E sta ovviamente manipolando anche loro.
E tutto questo vale anche per la violenza psicologica. Che forse è ancora più subdola, perché non lascia tracce visibili.
Lascia squarci invisibili nell'anima di chi la subisce e lascia le mani candide e pulite a chi la esercita.
Sorella... Io ti credo. Io non credo a lui.
Perché so.
Ho visto.
Ho vissuto.
Sorella, per favore... Prendi forte tra le braccia la tua dignità, vestiti di luce e scappa lontano.
Lui finge di essere un uomo.
Ma non è un uomo.
Le persone normali non distruggono le vite degli altri esseri umani.
Non mi ricordo neanche il sapore che aveva il caffè. Sono tornata al mio furgone, sotto la pioggia sottile. Non riuscivo a partire, sono rimasta ferma lì per un tempo che non so definire.
In un’autostrada del nord italia, dopo un bel po’, riprendevo a guidare.
Con lo stomaco ancora piccolo e spaventato.
Volevo parlarti, non sapevo bene cosa dirti. Non sapevo se avrei fatto bene a parlarti.
Poi sei scappata e ho capito che non era il momento, forse non era destino.
Forse hai letto nella mia faccia e nei miei occhi tutte le parole che sto scrivendo ora.
E non hai avuto la forza di continuare a leggere.
Perché sei ancora schiacciata sotto di lui e sei senza forze.
Io lo so, capisco.
Spero che arrivi presto il giorno in cui troverai la forza di capovolgere la favola del principe marcio.
Perché un essere che si comporta così non può essere altro che marcio.
Schifosamente marcio.
E credimi, lui sa benissimo cosa sta facendo.
E’ un bravo attore e un talentuoso bugiardo.
Salvati, Sorella.
Appena apro la porta la signora dietro la cassa mi saluta subito con voce un po’ troppo alta.
Sorpresa le rispondo alzando lo sguardo dagli oggetti che tenevo in mano.
Mi dice "prego! “
E io a fatica le chiedo un caffè deca.
Il cervello per un attimo mi è arrivato sui piedi. In un lampo i miei organi interni si sono spiaccicati tra loro in un abbraccio doloroso.
La signora tanto cortese ha un occhio nero. In realtà non è solo nero, è di molti colori, nero, bluastro, gialloscuro, violaceo. E ha anche un altro ematoma sotto lo zigomo, verso il naso.
Gentilissima mi risponde che prepara subito il caffè.
In quell'autogrill siamo solo in 3 clienti. Oltre a me, due uomini stanno al bancone a mangiare un panino. Conversano di lavoro cercando di grufolare educatamente.
Ho una bruttissima sensazione mentre la signora appoggia il mio caffè sul bancone. Poi si gira e si infila in una porta dalla quale esce una collega. Si scambiano qualche frase su un panino dimenticato poco fa e poi scompare.
La mia sensazione non si sbaglia, ne sono sicura. Quella donna sta vivendo un incubo. Un incubo dal quale non riesce a uscire. Perché il principe marcio che la tiene prigioniera riesce ancora a trovare delle rose con un po' di profumo per lei. E il profumo di quelle rose le fanno ancora sperare che lui davvero cambi, che lui davvero non voglia più farle male...
Sorella... Lui non cambierà. L' amore che dice di provare per te non è mai esistito.
Non si distrugge la persona che si ama. (Non si distruggono le persone in generale!)
Le sue parole sono tutte bugie. Tenute in piedi con l'arroganza di chi prova piacere a controllarti e a vedere che ti contorci dal dolore di fronte all'indifferenza e alla crudeltà che lui ti mostra così spesso...
Prima di tornare, come un cucciolo bastonato, a piangere lacrime di coccodrillo.
Non ti fidare.
Ti accusa di pensare che lui è un mostro. Ti accusa di qualsiasi cosa.
Si chiama proiezione.
Lui È DAVVERO un mostro. E sa benissimo di esserlo.
Ma da fuori finge... Recita... È un attore nato. Si finge buono e generoso, sensibile, attento e magari anche intellettuale e malinconico.
Perché così le persone attorno a te potranno credere a lui quando dirà che stai passando un periodo difficile e lui, poverino, deve sostenerti e sopportare i tuoi alti e bassi, perché ti ama tanto.
E non crederanno a te, con i capelli scarmigliati, senza forze, mentre ti scappa una lacrima di fronte alla corsia degli yogurt al supermercato... Vedranno una donna distrutta, prosciugata. E penseranno "eh già... Sta passando un periodo difficile".
E non si rendono conto che è lui che ti sta spremendo, ti sta calpestando anima e cuore sotto le scarpe. Credono a lui. Anche quando vedono il tuo occhio nero.
Credono a lui che dice che te lo sei fatto scivolando su un mobile.
Ci credono come dei polli. Ma non sono polli.
È lui che è un abilissimo manipolatore. E sta ovviamente manipolando anche loro.
E tutto questo vale anche per la violenza psicologica. Che forse è ancora più subdola, perché non lascia tracce visibili.
Lascia squarci invisibili nell'anima di chi la subisce e lascia le mani candide e pulite a chi la esercita.
Sorella... Io ti credo. Io non credo a lui.
Perché so.
Ho visto.
Ho vissuto.
Sorella, per favore... Prendi forte tra le braccia la tua dignità, vestiti di luce e scappa lontano.
Lui finge di essere un uomo.
Ma non è un uomo.
Le persone normali non distruggono le vite degli altri esseri umani.
Non mi ricordo neanche il sapore che aveva il caffè. Sono tornata al mio furgone, sotto la pioggia sottile. Non riuscivo a partire, sono rimasta ferma lì per un tempo che non so definire.
In un’autostrada del nord italia, dopo un bel po’, riprendevo a guidare.
Con lo stomaco ancora piccolo e spaventato.
Volevo parlarti, non sapevo bene cosa dirti. Non sapevo se avrei fatto bene a parlarti.
Poi sei scappata e ho capito che non era il momento, forse non era destino.
Forse hai letto nella mia faccia e nei miei occhi tutte le parole che sto scrivendo ora.
E non hai avuto la forza di continuare a leggere.
Perché sei ancora schiacciata sotto di lui e sei senza forze.
Io lo so, capisco.
Spero che arrivi presto il giorno in cui troverai la forza di capovolgere la favola del principe marcio.
Perché un essere che si comporta così non può essere altro che marcio.
Schifosamente marcio.
E credimi, lui sa benissimo cosa sta facendo.
E’ un bravo attore e un talentuoso bugiardo.
Salvati, Sorella.