"And isn't it ironic, don't you think?" Canta Alanis Morissette...
Chi mi conosce bene sa che amo scrivere. E da poco, ho iniziato l'ennesimo esercizio di scrittura.
Oggi il focus era sulla rabbia.
Avrei dovuto lasciare andare sul foglio tutta la mia rabbia, quella che non vuole uscire e che sta nascosta. Prendo il quaderno, la mia penna preferita, mi siedo vicino alla finestra con le gambe al sole e inizio a scrivere. Niente, di rabbia non ne esce. Mi concentro, eppure niente.
E credetemi, da qualche parte, un po' di rabbia ce l'abbiamo tutti, sicuramente c'è anche per me, dentro di me.
Ma niente. Non usciva, la dispettosa.
Al suo posto, una valanga di gratitudine.
Mi veniva da ridere da sola, sempre con le gambe al sole, mentre le parole mi scappavano fuori dalla penna impertinenti.
Rabbia? No, gratitudine.
Mi viene ancora da ridere.
E visto che oggi non è stato il giorno della rabbia, ma della gratitudine, vorrei iniziare a postare in futuro qualche foto di momenti che mi sento grata di aver vissuto.
Tengo per me i momenti personali, privati, ma condivido volentieri quello che è legato al mio lavoro, alla passione che mi muove.
Inizio da qui. Da una performance che ricordo elettrizzante per la sua complessità, tempi strettissimi, cambi d'abito tra una calata e l'altra, la parete umida, le corse su per le scale, il controllo attento e amorevole dell'attrezzatura prima di scendere con i piedini nel vuoto.
Tra le altre foto, anche uno scatto rubato prima delle prove, in uno di quei bellissimi momenti nei quali puoi guardare un attimo il panorama, accorgerti che l'aria fresca è piacevolissima mescolata a quel sole regalato in un fine novembre milanese, puoi godere dell'abbraccio protettivo dell'imbrago e sentire... gratitudine.
Tutto questo con una super squadra fortissima...
Vertical Waves Project
#grateful #BeGrateful #BeLight #VerticalWavesProject #VerticalFashionShow #VerticalDance #DanzaVerticale #AerialDance
Chi mi conosce bene sa che amo scrivere. E da poco, ho iniziato l'ennesimo esercizio di scrittura.
Oggi il focus era sulla rabbia.
Avrei dovuto lasciare andare sul foglio tutta la mia rabbia, quella che non vuole uscire e che sta nascosta. Prendo il quaderno, la mia penna preferita, mi siedo vicino alla finestra con le gambe al sole e inizio a scrivere. Niente, di rabbia non ne esce. Mi concentro, eppure niente.
E credetemi, da qualche parte, un po' di rabbia ce l'abbiamo tutti, sicuramente c'è anche per me, dentro di me.
Ma niente. Non usciva, la dispettosa.
Al suo posto, una valanga di gratitudine.
Mi veniva da ridere da sola, sempre con le gambe al sole, mentre le parole mi scappavano fuori dalla penna impertinenti.
Rabbia? No, gratitudine.
Mi viene ancora da ridere.
E visto che oggi non è stato il giorno della rabbia, ma della gratitudine, vorrei iniziare a postare in futuro qualche foto di momenti che mi sento grata di aver vissuto.
Tengo per me i momenti personali, privati, ma condivido volentieri quello che è legato al mio lavoro, alla passione che mi muove.
Inizio da qui. Da una performance che ricordo elettrizzante per la sua complessità, tempi strettissimi, cambi d'abito tra una calata e l'altra, la parete umida, le corse su per le scale, il controllo attento e amorevole dell'attrezzatura prima di scendere con i piedini nel vuoto.
Tra le altre foto, anche uno scatto rubato prima delle prove, in uno di quei bellissimi momenti nei quali puoi guardare un attimo il panorama, accorgerti che l'aria fresca è piacevolissima mescolata a quel sole regalato in un fine novembre milanese, puoi godere dell'abbraccio protettivo dell'imbrago e sentire... gratitudine.
Tutto questo con una super squadra fortissima...
Vertical Waves Project
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