Lago di Garda. Circa le 21. E’ ormai buio. Nel mio tragitto Padova-Cremona ho deciso di fare una pausa veloce tutta per me e mi sono fermata a guardare il lago, anche se è buio.
Dopo una telefonata femminile piacevolissima, sono finalmente arrivata alla riva del lago.
Ripongo l’auricolare e mi siedo sui sassolini che sembrano chiari anche alla luce della notte.
Poso la schiena su un piccolo molo di cemento e roccia che si spinge una decina di metri tra le braccia del lago.
Fotografo le luci dall’altra parte del lago. Qualcosa esce comunque nella foto anche se è ormai notte. Voglio mandare questa foto a una persona in particolare. Anche se so che non sarà utile. A volte non riusciamo a vedere le luci anche se qualcuno ce le indica.
Voci di ragazzi che ridono lontani si ammucchiano al silenzio che ascolto.
L’acqua quasi non si muove.
Non c’è neanche una piccola ombra di vento.
Un luccichio colpisce il fianco destro del mio occhio destro.
Mi giro, ma non vedo nulla.
Torno a guardare il lago.
E ancora.
Guardo meglio.
E, sì.
E’ una ragnatela. Non ci posso credere.
Anche qui.
Tra una pietra e l’altra del molo, poco lontano dalla mia testa c’è una ragnatela che luccica riflettendo luce non sua.
Non è tutto oro quel che luccica. Anzi, a volte è proprio una disgrazia.
Non mi freghi.
Sorrido al lago, lo saluto, ringrazio, e con morbidezza salgo le scale che poi mi porteranno verso la mia macchina.
Me ne vado senza voltarmi indietro.
Dopo una telefonata femminile piacevolissima, sono finalmente arrivata alla riva del lago.
Ripongo l’auricolare e mi siedo sui sassolini che sembrano chiari anche alla luce della notte.
Poso la schiena su un piccolo molo di cemento e roccia che si spinge una decina di metri tra le braccia del lago.
Fotografo le luci dall’altra parte del lago. Qualcosa esce comunque nella foto anche se è ormai notte. Voglio mandare questa foto a una persona in particolare. Anche se so che non sarà utile. A volte non riusciamo a vedere le luci anche se qualcuno ce le indica.
Voci di ragazzi che ridono lontani si ammucchiano al silenzio che ascolto.
L’acqua quasi non si muove.
Non c’è neanche una piccola ombra di vento.
Un luccichio colpisce il fianco destro del mio occhio destro.
Mi giro, ma non vedo nulla.
Torno a guardare il lago.
E ancora.
Guardo meglio.
E, sì.
E’ una ragnatela. Non ci posso credere.
Anche qui.
Tra una pietra e l’altra del molo, poco lontano dalla mia testa c’è una ragnatela che luccica riflettendo luce non sua.
Non è tutto oro quel che luccica. Anzi, a volte è proprio una disgrazia.
Non mi freghi.
Sorrido al lago, lo saluto, ringrazio, e con morbidezza salgo le scale che poi mi porteranno verso la mia macchina.
Me ne vado senza voltarmi indietro.