Ho due liste di cose da fare appoggiate sopra al tavolo in cucina. Le voci già cancellate sono sempre troppo poche rispetto a quelle ancora da cancellare. Finisci le musiche, chiama per la fattura, attacca gli strass sui costumi (fino alle 3:30 stanotte). No, ma mi prendo 10 minuti per scrivere, ora, che scrivere mi rilassa.
E di cosa scrivo? Di questo delirio di questi giorni pre saggio. E pre partenza.
Tanto per staccare la spina e rilassarsi.
Telefono, messaggio, grazie tecnologia che mi permetti di lavorare ovunque, e che mi perseguiti ovunque.
Nelle ultime 36 ore ho passato 15 ore a Cremona, partendo dopo la lezione serale di tessuti, scrivendo testi, elaborando grafiche al computer (con un amico che lo sa fare), facendo prove sul Grande Piano, mangiando asparagi bolliti per pranzo. Poi di nuovo in autostrada, pronta per tornare a Padova a fare lezione di tessuti pre saggio.
Quante emozioni vedo… e piccoli giganteschi miracoli ho il privilegio di osservare da vicino. Gli allievi sono meravigliosi, mettono cuore e anima e si vede. Grazie.
Ho ricominciato a bere caffè vero, e il mio salotto è una distesa di cumuli di materiale, vestiti, documenti, cose, moschettoni, tessuti, borsette, sacchetti, suddivisi per gli impegni della prima metà di giugno.
Compulsivamente cerco di fare tutto, anche se mi sento sempre troppo lenta. Ma è come salire sulle montagne russe, non puoi fermarti, fino a che il giro non finisce. E allora, avanti tutta.
Ogni tanto faccio delle trazioni sulla barra sospesa nella porta. Ridono le mie spalle a questi inutili attimi di preparazione atletica sospesi tra il peso dei pensieri (e aggiungo un’altra voce alla lista) e la voglia di stare a appesa e staccare i piedi da terra, fosse anche solo di 20 cm.
Un mix di piccoli deliri, rido quando mi dicono dovresti riposarti, lavori così tanto. Sto pensando che appena salirò in aereo mercoledì mi piglio una bella dose di melatonina contando di svegliarmi già trasportata oltreoceano, pronta per un’altra avventura aerea in alta quota. Ecco, mi riposo così.
Ora sono scaduti i dieci minuti, riprendo in mano la lista, che poi faccio casino e rischio di mandare a mio padre le musiche per il saggio, al commercialista la fattura che invece deve andare a un’altra persona e andare in posta a ritirare la raccomandata portando come talloncino le ricevute dell’autostrada.
Mai successo.
In sottofondo… musiche amiche…
E di cosa scrivo? Di questo delirio di questi giorni pre saggio. E pre partenza.
Tanto per staccare la spina e rilassarsi.
Telefono, messaggio, grazie tecnologia che mi permetti di lavorare ovunque, e che mi perseguiti ovunque.
Nelle ultime 36 ore ho passato 15 ore a Cremona, partendo dopo la lezione serale di tessuti, scrivendo testi, elaborando grafiche al computer (con un amico che lo sa fare), facendo prove sul Grande Piano, mangiando asparagi bolliti per pranzo. Poi di nuovo in autostrada, pronta per tornare a Padova a fare lezione di tessuti pre saggio.
Quante emozioni vedo… e piccoli giganteschi miracoli ho il privilegio di osservare da vicino. Gli allievi sono meravigliosi, mettono cuore e anima e si vede. Grazie.
Ho ricominciato a bere caffè vero, e il mio salotto è una distesa di cumuli di materiale, vestiti, documenti, cose, moschettoni, tessuti, borsette, sacchetti, suddivisi per gli impegni della prima metà di giugno.
Compulsivamente cerco di fare tutto, anche se mi sento sempre troppo lenta. Ma è come salire sulle montagne russe, non puoi fermarti, fino a che il giro non finisce. E allora, avanti tutta.
Ogni tanto faccio delle trazioni sulla barra sospesa nella porta. Ridono le mie spalle a questi inutili attimi di preparazione atletica sospesi tra il peso dei pensieri (e aggiungo un’altra voce alla lista) e la voglia di stare a appesa e staccare i piedi da terra, fosse anche solo di 20 cm.
Un mix di piccoli deliri, rido quando mi dicono dovresti riposarti, lavori così tanto. Sto pensando che appena salirò in aereo mercoledì mi piglio una bella dose di melatonina contando di svegliarmi già trasportata oltreoceano, pronta per un’altra avventura aerea in alta quota. Ecco, mi riposo così.
Ora sono scaduti i dieci minuti, riprendo in mano la lista, che poi faccio casino e rischio di mandare a mio padre le musiche per il saggio, al commercialista la fattura che invece deve andare a un’altra persona e andare in posta a ritirare la raccomandata portando come talloncino le ricevute dell’autostrada.
Mai successo.
In sottofondo… musiche amiche…